      VIVERONE (BI) - Nuova prova di forza del francese Johnny Aubert (KTM 350 4T) nella seconda prova dei Campionati Assoluti d&rsquo;Italia Enduro disputata domenica sulle sponde del lago di Viverone (Biella) in un vero e proprio antipasto del Mondiale che prender&agrave; il via tra due settimane con il GP di Spagna e il week end successivo in Portogallo.   Aubert ha messo a segno la sua terza vittoria consecutiva nella classifica assoluta dimostrando una netta superiorit&agrave; ma non disputer&agrave; la restanti prove tricolori, tutte in concomitanza con le varie gare del Campionato francese a cui Aubert ha pianificato di partecipare quest&rsquo;anno in accordo con il team KTM. Ottima seconda posizione assoluta per il finlandese Matti Seistola (Husqvarna 250 4T)che ha preceduto l&rsquo;ex crossista MX1 Cedric Melotte (Gas Gas 250 2T), il polacco campione del mondo indoor Tadeusz Blazusiak (KTM 300 2T), i francesi Julien Gautier (TM 250 4T) e Rodrig Thain (Honda 250 4T) e lo svedese Joakim Ljunggren (Husaberg 300 2T). Primo degli italiani nella classifica assoluta il sorprendente Andrea Beconi (Kawasaki 250 4T) (nella foto in alto), vincitore anche della 250 4 tempi davanti a Thomas Oldrati (KTM) e Maurizio Gerini (Husqvarna). Nella 125 2T &ldquo;Under 23&rdquo; nuova vittoria di Jonathan Manzi (KTM) davanti a Giacomo Redondi (Husqvarna) e Guido Conforti (Yamaha) Nella 250/300 2T si &egrave; imposto Alessandro Botturi (Gas Gas). Seconda posizione per  Michael Pogna (Husqvarna) e Maurizio Micheluz (Fantic). 450 4T all&rsquo;insegna di Simone Albergoni (Husqvarna) con Oscar Balletti (Beta) secondo e Fabrizio Dini (Beta) terzo.  Nella 500 4T terza vittoria consecutiva per Alessandro Belometti (KTM) su Fabio Mossini (Beta) e Alex Salvini (Husqvarna). La Coppa Italia ha invece visto le seguenti vittorie di: Cadetti, Marco Span&ograve; (Husqvarna); Junior, Nicolas Segnacasi (KTM); Senior, Alberto Dall&rsquo;Era (KTM); Major, Marco De Rocchi (Beta). La classifica riservata ai Club ha infine visto la vittoria del Moto Club Trial Fornaroli con il terzetto composto da: Manzi, Dini, Belometti, Mossini.        Dario Agrati  

Nell&rsquo;assoluta il migliore dei nostri &egrave; stato Andrea Beconi

Assoluti d&rsquo;Italia Enduro: ancora Aubert

            La Prova              A modo suo      Parlare di motore bicilindrico, scoppi regolari, big bang, mappature variabili e altro ancora, nel motocross non &egrave; &ldquo;normale&rdquo;, non &egrave; consueto. Con la nuova&nbsp;Aprilia 450 MXVtutti questi termini vengono introdotti anche nel nostro mondo, visto che il modello definitivo della bicilindrica veneta ha tutte queste particolari, innovative, sicuramente atipiche, soluzioni. La MXV, nonostante ne derivi direttamente, &egrave; molto differente dal modello enduro, con soluzioni che sono state studiate appositamente per il cross e testate durante tutto l&rsquo;anno con il team ufficiale impegnato nel mondiale MX1 con il belga&nbsp;Cedric Melotte. Gi&agrave; dal primo sguardo ci si rende conto della diversit&agrave;, la linea &egrave; spigolosa, con il motore che sembra appeso al telaio, il parafango anteriore &egrave; affusolato con due &ldquo;bretelle&rdquo; che lo agganciano alla tabella portanumero donando all&rsquo;insieme una linea addirittura &ldquo;aerodinamica&rdquo;, ma molto piacevole. La moto nella versione cross ha perso l&rsquo;avviamento elettrico, ma l&rsquo;operazione con il kick starter &egrave; facile e sicura, sia a caldo che a freddo. Il motore pu&ograve; avere due configurazioni, intercambiabili con poche ore di lavoro di un meccanico specializzato: le opzioni sono big bang, cio&egrave; con le fasi di scoppio quasi simultanee, separate dei 77- dell&rsquo;angolo dei cilindri, e screamer, cio&egrave; uno ad ogni giro dell&rsquo;albero motore. In entrambi i casi &egrave; possibile variare durante la marcia la mappatura, soft o hard, con un interruttore posto sul manubrio.                          In configurazione big bang la moto &egrave; molto mansueta ai bassi regimi e per i primi due terzi del gas la curva di erogazione &egrave; &ldquo;piatta&rdquo;, il che consente un controllo eccellente della trazione. Si riesce a trovare la spinta dove meno ce lo si aspetta e di conseguenza &egrave; necessaria una certa pratica per non incorrere in errori di guida soprattutto all&rsquo;inizio. La differenza tra le mappature hard e soft &egrave; sensibile, la soft &egrave; adatta a percorsi pi&ugrave; vicini all&rsquo;enduro che al cross. In alto per&ograve; la moto non va, rimane strozzata e anche cambiando rapporto non riesce a distendersi. In configurazione screamer l&rsquo;erogazione &egrave; pi&ugrave; &ldquo;maschia&rdquo; e la spinta aumenta nonostante il controllo ai bassi regimi rimanga ad ottimi livelli. Per&ograve; ci vuole un po&rsquo; pi&ugrave; di mestiere perch&eacute; l&rsquo;entrata in coppia si sente e pu&ograve; destabilizzare la traiettoria scelta. La spinta in allungo in questo caso &egrave; buona, non eccezionale, ma vicina alle concorrenti. Qualunque sia la configurazione scelta, comunque, &egrave; assolutamente necessario prendere confidenza con l&rsquo;attacco del gas che &egrave; decisamente pi&ugrave; impreciso rispetto alle moto tradizionali, di conseguenza all&rsquo;inizio non &egrave; difficile trovarsi in imbarazzo. Il rumore di scarico &egrave; sempre molto contenuto anche nei momenti di massima apertura del gas.                          Anche la ciclistica &egrave; da interpretare, c&rsquo;&egrave; parecchio carico sull&rsquo;avantreno e la forcella non lavora bene, la scorrevolezza &egrave; buona ma la taratura &egrave; decisamente votata al duro, di conseguenza le sollecitazioni agli avambracci sono importanti. Con queste caratteristiche risulta difficile inserire la moto in curva e i cambi di direzione repentini sono impegnativi e faticosi. Anche l&rsquo;ammortizzatore fatica a sostenere le sollecitazioni con il risultato che nei tratti dove le asperit&agrave; sono sensibili la moto risulta poco stabile, imprecisa, e richiede uno sforzo notevole per controllarla in sicurezza. Sul terreno morbido e pieno di buche la moto &egrave; decisamente in crisi sia a livello di prestazione sul giro, sia, e soprattutto, nell&rsquo;effettuare sessioni lunghe in cui &egrave; necessario continuare a girare nonostante le forze inizino a venire meno: guidare questa moto da stanchi &egrave; impegnativo. Si fa invece apprezzare sui fondi duri e lisci, dove si fa valere il notevole tiro del motore. Anche sui salti la precisione &egrave; approssimativa sia per la difficolt&agrave; di controllo della potenza, sia perch&eacute; negli atterraggi il peso elevato si sente. I freni sono a posto, modulabili e con sufficiente potenza, bene anche il cambio, mentre la frizione non ha uno stacco netto e questo, assieme all&rsquo;incertezza del gas, complica la vita dove &egrave; necessaria precisione di intervento. In ultima analisi la MXV 450 &egrave; una moto particolare, fatta per distinguersi e adatta alle piste italiane, dure, con poche buche e scarsa aderenza, ma necessita ancora di una bella messa a punto sui terreni soffici e impegnativi.                  La tecnica              Come volete farlo scoppiare?      Il motore della MXV &egrave; il bicilindrico a V longitudinale di 77- sviluppato da Aprilia per il fuoristrada, dotato di alimentazione ad iniezione elettronica con corpi farfallati Dellorto di 38 mm &Oslash;. La distribuzione &egrave; monoalbero a quattro valvole in titanio per ogni cilindro, quelle di aspirazione azionate direttamente, quelle di scarico tramite bilanciere. Il serbatoio dell&rsquo;olio esterno del modello enduro &egrave; stato integrato nel motore quindi sono stati eliminati il serbatoio stesso e tutta la raccorderia necessaria, con un notevole risparmio di peso; risparmio che c&rsquo;&egrave; stato anche eliminando la batteria e l&rsquo;avviamento elettrico, ora c&rsquo;&egrave; solo la classica leva della messa in moto. Le due fasature di scoppio possibili, big bang e screamer, sono intercambiabili con un paio d&rsquo;ore di lavoro. Per il diverso timing bisogna ruotare l&rsquo;albero a camme, dunque &egrave; necessario smontare la testa, allentare la catena di distribuzione e cambiare la mappatura. Inoltre &egrave; possibile modificare le caratteristiche di erogazione intervenendo anche sulla centralina per selezionare una delle due mappature disponibili tramite l&rsquo;interruttore sul manubrio.                          L&rsquo;impianto di scarico in titanio &egrave; stato completamente rivisto ed &egrave; caratterizzato da due uscite posteriori di piccole dimensioni che emettono un suono molto basso e completamente diverso da qualsiasi moto in circolazione. La ciclistica &egrave; caratterizzata dal particolare telaio perimetrale composto dal traliccio superiore in acciaio che si infila nelle due piastre inferiori in alluminio stampato. Nuovissimo il forcellone dalla forma tradizionale realizzato tramite processo di idroformatura, pi&ugrave; leggero e soprattutto pi&ugrave; elastico del modello molto particolare visto nei prototipi. La forcella a cartuccia separata Marzocchi ha steli di 50 mm &Oslash;, l&rsquo;ammortizzatore &egrave; Sachs con doppia regolazione, basse e alte velocit&agrave;. La posizione della cassa filtro, alloggiata davanti al serbatoio, ha reso necessario un serbatoio che si allunga posteriormente, fino all&rsquo;ammortizzatore. Nissin l&rsquo;impianto frenante con dischi a &ldquo;margherita&rdquo;. Da segnalare l&rsquo;elevato prezzo, 9.200 euro, giustificato dal dispiego di tecnologia che caratterizza la moto veneta.                  Identikit                      Motore        Bicilindrico a V longitudinale di 77-, 4T, raffreddato a liquido. Cilindrata 449,1 cm3. Alesaggio e corsa 76 x 49,5 mm. Compressione 13:1. Distribuzione SOHC, quattro valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica, corpi farfallati 38 mm &Oslash;, accensione elettronica, doppia mappatura. Lubrificazione forzata a carter secco. Avviamento a kick starter.                    Trasmissione        Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d&rsquo;olio, comando meccanico. Cambio a quattro rapporti.                    Ciclistica        Telaio in traliccio di tubi e montanti fusi in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella a steli rovesciati 50 mm &Oslash; pluriregolabile; posteriore forcellone e leveraggi progressivi a schema Pro-Link con un ammortizzatore pluri regolabile. Freni: anteriore un disco a margherita di 270 mm &Oslash;, pinza a un pistoncino; posteriore un disco a margherita 240 mm &Oslash;, pinza a un pistoncino. Pneumatici: anteriore 80/ 100- 21&rdquo; 51M; posteriore 110/90-19&rdquo; 62 M.                    Dimensioni        Interasse 1499 mm, lunghezza 2190 mm, larghezza 815 mm, altezza 1285 mm, altezza sella 960 mm. Inclinazione di sterzo 26,2-. Serbatoio carburante 7,4 litri.            

L'unica moto da cross bicilindrica. Particolare e impegnativa nella guida

2 risultati per 'Cedric Melotte'

Assoluti d’Italia Enduro: ancora Aubert

Prova Novità - Aprilia MXV 450